A Wenxian, la città più vicina al nostro villaggio, dopo aver dedicato il pomeriggio al tè ci siamo affidati ancora una volta alle opinioni e ai gusti di Xianghua e siamo così entrati in uno dei ristoranti – se non il ristorante – più elegante e raffinato della città, per vivere quella che sarebbe diventata la migliore cena di questo viaggio. Sembra che in Cina i locali per mangiare si dividano in due grosse categorie: quelli estremamente raffinati, o come diremmo noi italiani – di lusso – e quelli abbastanza sempliciotti e rustici, una sorta di trattoria o tavola calda, tanto per rendere un po’ l’immagine italiana del posto. E così, dalla professionalità del servizio (ci ha colpito il tatuaggio di uno scorpione sulla mano – precisamente nell’angolo tra il pollice e l’indice – dell’affascinante maîtresse dei camerieri) all’eccellente menù a base di carni, verdure e varietà di spaghetti, abbiamo dato inizio a una danza di portate dai sapori più inediti, tutti da gustare nella sala da pranzo riservata per noi.
Temprati dall’aria condizionata e dal fornello a fuoco lento posto al centro del tavolo, abbiamo iniziato a sorseggiare dell’ottimo tè da una tazza che la cameriera non ci permetteva assolutamente di lasciare vuota.
La prima cosa da fare dopo aver sorseggiato il tè è mescolare diversi ingredienti a proprio piacimento, come per creare una “ricetta personale”, un intingolo nel quale si andrà poi a immergere parte del cibo scelto secondo il ricco menù. L’intingolo può essere generato dal mix di vari sapori: densissimo olio di arachidi, trito di aglio, prezzemolo e cipollotto, olio piccante, salsa di soia. Il cibo ordinato prevede diversi tipi di cottura atta a favorirne l’insaporirsi. Seguendo i nostri gusti abbiamo ordinato fette di prosciutto di maiale, vari tipi di tagli di manzo, patate, daikon, e inoltre funghi, lattuga, prezzemolo ed infine un tipo di spaghetti, che sono una specialità della zona, preparati al momento davanti ai nostri occhi.
Tutta questa varietà può essere immersa in una specie di grande pentola, senza coperchio e dai bordi bassi e larghi, collocata al centro del tavolo, su un fornello che viene regolato di volta in volta dalla cameriera. La pentola contiene un’ulteriore pentola più piccola, che si distingue dalla grande perché al suo interno vi è un brodo molto ricco di spezie ed abbastanza piccante, mentre nella grande si trova un brodo dal sapore più delicato e morbido, meno deciso e denso rispetto all’altro.
Durante la degustazione abbiamo apprezzato la ricchezza di sapori e odori che di volta in volta uscivano come per magia dalle nostre pentole fumanti, così come abbiamo goduto di un servizio davvero eccezionale e di un savoir-faire da provocare invidia ai migliori ristoranti di lusso europei. Una chicca: inclusi nel servizio non solo i fazzolettini per ripulire dal vapore le lenti degli occhiali da vista, ma anche delle bustine trasparenti porta cellulari, da riporre accuratamente a lato della propria coppa di cibo.
Questa al ristorante è stata così la serata più gustata! Perché pensare per luoghi comuni nuoce gravemente alla fantasia. E alla meraviglia.